AMICO MIO, Alessandro Squarzi by Hooncheol Ko
A four-year journey with Alessandro Squarzi di Hooncheol Ko Introduzione a cura di Andrea Benedetti. Alessandro Squarzi non ha bisogno di presentazioni. Il suo stile, da lui stesso rinominato “Gipsy Classic”, entra di diritto nel dizionario della moda.
La sua firma nel settore è riconoscibile nei suoi innumerevoli successi imprenditoriali ottenuti nel tempo, nella perseveranza e nell’autenticità della sua ricerca.
I “marchi di fabbrica” del brand Alessandro Squarzi sono ormai ben conosciuti: la passione per il vintage, che si esprime prevalentemente nelle giacche militari, il jeans, che ha nel suo DNA il vissuto come valore, il buco nero, la giacca di pelle per antonomasia.
E ancora il pantalone bianco, che viene esportato dalla stagione estiva ed esteso a tutte le altre e l’abito sartoriale per sintetizzare con pochi ma chiari e ben definiti “stilemi”, la ricerca e il gusto di questo “uomo italiano”.
Lo stile e la lungimiranza imprenditoriale che hanno portato Alessandro Squarzi al successo sono frutto di duro lavoro e passione corroborati dalla sua storia vera, le solite vecchie armi vincenti. Dopo il successo imprenditoriale è arrivato quello mediatico, grazie ad Instagram e al modo in cui è riuscito ad utilizzarlo: costante e rassicurante, schietto e sincero. Con l’aggiunta di una spiccata fotogenia e un senso dell’eleganza e della classe spontaneo ecco propagarsi l’immagine nell’etere attraverso hashtag e profili di tutto il mondo.
Un self-made man non smette mai di imparare ed evolversi e quando lo Street Style si afferma come genere fotografico spostando l’attenzione dalle passerelle alla strada, Alessandro ha già sedotto tutta la nuova generazione di fotografi, o per lo meno quelli che vogliono raccontare qualcosa e in un attimo la sua immagine è condivisa sui profili Instagram più influenti oltre che pubblicata sulle riviste più autorevoli.
L’amicizia con Scott Schuman, uno tra i più noti fotografi di questa “nuova” corrente, accresce notevolmente la sua immagine ma a completare lo scenario, la vera lungimiranza è stata quella di far avvicinare il fotografo sud coreano Hooncheol Ko, amante del vintage e studioso appassionato di quella moda maschile fatta di artigianato e maestranze, di dettagli e di savoir fair che solo l’Italia sa esprimere con la sua sartorialità.
Il loro legame nasce in maniera spontanea, come se fosse stato già scritto che sarebbero dovuti diventare grandi amici. Questo legame è raccontato nel libro, che nasce come progetto universitario e si trasforma in un reportage di 4 anni, dove vengono documentati i momenti chiave che hanno portato Alessandro Squarzi a diventare il personaggio influente che è oggi.
Le immagini che raccontano questo rapporto hanno la forza di mostrare chi è Alessandro Squarzi al di fuori di quello che è possibile vedere attraverso i social media.
Qui la fotografia torna al centro come punto di vista. È la ricerca di un ragazzo coreano che ha lasciato l’energia di Londra per trasferirsi a Milano e studiare cosa significa essere un uomo italiano oggi, attraverso un personaggio che in questo momento ne è un esempio emblematico. Le immagini mettono al centro l’uomo che si cela dietro al business man e all’icona di stile: le sfumature del suo percorso, le sfide, le lotte, i momenti più brillanti e quelli difficili.
Gli scatti hanno la forza del racconto, hanno il cuore dell’amicizia e lo sguardo curioso e attento di chi ammira, indaga, studia e si lascia ammaliare dall’italianità, non solo nell’abbigliamento, ma nella cultura, nei gesti, nelle parole, nei rapporti interpersonali.
Questo accade grazie al punto di vista lucido ed esterno di Hooncheol Ko, catapultato in un sistema famiglia/business decisamente nuovo per un ragazzo di 26 anni che arriva da Londra e non conosce una parola di italiano, se non come ordinare il cibo migliore al ristorante.
La fisionomia cambia nel tempo insieme allo sguardo del soggetto: quello lungimirante dell’imprenditore e quello tenero del padre che ha occhi solo per la figlia Allegra, che coccola e tiene a sé, la protegge e la venera.
Hooncheol Ko, con straordinaria discrezione ed estrema eleganza è riuscito a superare barriere linguistiche e del privato di un uomo, per poterne raccontare le inedite sfaccettature.